Sutta a chi tucca!

Siamo andati al Campasso, una delle zone più abbandonate di Sampierdarena, a documentare la tradizione antifascista delle scritte per il 25 aprile fatta dalla sezione ANPI – Martiri del Turchino.

Siamo partiti dalla Casa della Nora, partigiana della SAP “Buranello” che quella casa ha lasciato in eredità come luogo di lotta e memoria. Davanti all’ingresso di casa è iniziato il rito delle scritte: si pulisce l’asfalto con la saggina, si appoggia al suolo il telaio di legno a forma di stella, lo si contorna con un gesso bianco e alla fine si riempiono i vuoti. Le posizioni delle stelle tendenzialmente ricalcano quelle degli anni passati, di chi prima aveva scelto quello spazio come testimonianza strategica: un punto di passaggio, un cippo partigiano, un marciapiede frequentato, un punto sull’asfalto che non viene rovinato troppo dal passaggio delle macchine. Si sente raccontare “i vecchi partigiani facevano le stelle, rosse dentro e verdi fuori, noi abbiamo gradualmente invertito iniziando a farlo con ancora loro presenti”.

Le scritte, come da tradizione, si fanno anche presso negozi amici e solidali del Campasso, come ad esempio davanti a una farmacia la cui titolare ogni anno aspetta la scritta “mi raccomando fatela davanti all’ingresso!”.

“Io mi ricordo che per me era una magia, come se fosse Natale, tu uscivi di casa e quelle stelle sbiadite sull’asfalto di punto in bianco erano nuove”. Quest’anno l’ultima scritta è stata fatta sotto la casa di un compagno scomparso recentemente. È stato questo il momento che ha siglato l’inizio della memoria per chi se ne è andato. In mezzo c’è stata anche quella dedicata al partigiano garibaldino Aria, sopravvissuto al rastrellamento di Olbicella (Ovada) ed entrato nella Resistenza a soli sedici anni.

Raccontano: “l’idea delle scritte è nata negli anni Sessanta, riprendendo l’idea della provocazione, come era uso fare durante il periodo della guerra. Oltre a Sampierdarena un tempo era pratica diffusa anche a Sestri Ponente, Bolzaneto e per un breve periodo anche a Mura degli Angeli”.

I giovani e le giovani sono arrivati in affiancamento alla vecchia guardia subito dopo il G8, per rimarcare come certe tradizioni antifasciste non debbano scomparire, ma anzi rinforzarsi per rinnovare la memoria della Resistenza e tramandarla alle generazioni future.

3 risposte a “Sutta a chi tucca!”

  1. Avatar Francesco
    Francesco

    Sono di Genova guardando, leggendo questi fatti mi hanno dato molti ricordi, per inciso a Campasso vivevano miei parenti sfuggiti alle persecuziono francesi perché considerati mussolini’, chiusa parentesi, ha suscitato in me molti ricordi piacevoli.
    VIVA LA RESISTENZA OGGI E SEMPRE ce ne bisogno.

  2. Avatar Betta
    Betta

    Ma che bello! Molti anni fa anche io ho partecipato a rinnovare le scritte e durante l’anno, sempre, facevo attenzione a non calpestare x non consumarle. Grazie! Mi avete fatto commuovere.

    1. Avatar admin

      Grazie a te per il tuo commento! Le tradizioni di questo genere scaldano sempre il cuore!

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